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12 Dic 2021

Papa Francesco: “La vita non è senza senso, non è affidata al caso”. E prega per l’Ucraina

“Cosa dobbiamo fare?” È la domanda che i discepoli di Giovanni Battista fanno al maestro, toccati dalla sua predicazione. Ma non è una domanda che parte da “un senso del dovere. Piuttosto, è il cuore toccato dal Signore, è l’entusiasmo per la sua venuta che porta a dire: cosa dobbiamo fare?” Al termine dell’Angelus, una preghiera speciale per l’Ucraina, su cui sembrano spirare venti di guerra; il saluto ai popoli latinoamericani riuniti in piazza San Pietro per festeggiare la Vergine di Guadalupe; gli auguri a Caritas Internationalis per i suoi 70 anni, con la richiesta di snellire ulteriormente l’organizzazione perché i soldi “vadano ai poveri”.

È la terza domenica di avvento, domenica in Laetare, ma è anche il giorno in cui si ricorda la Vergine di Guadalupe. Ogni anno, Papa Francesco ha celebrato una Messa per l’occasione. Quest’anno, dalle 10 e 30 in piazza San Pietro si è tenuto un rosario, organizzato dalla Pontificia Commissione per l’America Latina, con una intenzione di preghiera “per tutta la Chiesa cattolica nel mondo, attenta alle grida degli scartati che vivono nelle periferie esistenziali e mossa dalle vittime della pandemia di Covid-19”.

Al termine dell’Angelus, Papa Francesco li saluterà, chiedendo che la vergine di Guadalupe “ci insegnino a camminare insieme per essere buona notizia per tutti”, e auspicando l’aiuto per il Sudamerica, rallegrandosi per l’atto di fede pubblico”.

Ma è per l’Ucraina la preghiera più significativa, e risponde anche a un timore di un conflitto molto sentito dalle parti di Kiev, che vedono con timore le truppe russe ammassate al confine.

“Desidero – dice Papa Francesco – assicurare la mia preghiera per la cara Ucraina, per tutte le sue chiese e comunità religiose e per tutto il suo popolo, perché le tensioni siano risolte attraverso un serio dialogo internazionale e non con le armi. A me mi addolora tanto la statistiche che ho letto: in quest’anno sono state fatte più armi dell’anno scorso. Le armi non sono la strada. Che questo Natale del Signore porti all’Ucraina la pace”.

Nel commento al Vangelo del giorno, Papa Francesco sottolinea che con la venuta del Signore viene spontaneo chiedersi cosa fare, un po’ come quando si è impazienti dell’arrivo di una persona cara e allora ci si impegna a “pulire la casa, a preparare il pranzo migliore possibile, magari un regalo”.

Così, la domanda dei discepoli di Giovanni al Battista “ci ricorda una cosa importante: la vita ha un compito per noi. Non è senza senso, non è affidata al caso. No! È un dono che il Signore ci consegna dicendoci: scopri chi sei, e datti da fare per realizzare il sogno che è la tua vita!”

Papa Francesco sottolinea che “ciascuno di noi è una missione da realizzare”. Per questo “non dobbiamo avere paura” di chiedere al Signore cosa fare, perché la stessa domanda è quella che “ritorna sempre nella Bibbia”.

“Chiediamocelo anche noi – esorta Papa Francesco – che cosa è bene fare per me e per i fratelli? Come posso contribuire al bene della Chiesa, della società?”

Un momento propizio è proprio la preparazione del Natale, perché “siamo indaffarati in tanti preparativi, per regali e cose che passano”, ma dobbiamo prima di tutto chiederci “cosa fare per Gesù per gli altri”.

Ognuno ha la sua strada, come “le risposte di Giovanni Battista, che sono diverse per ogni gruppo”. Perché Giovanni raccomanda a chi ha due tuniche di condividere con chi non ha, ai pubblicani che riscuotono le tasse non chiedere “nulla più di quanto sia stato fissato”, ai soldati di non maltrattare ed estorcere.

“A ciascuno – nota Papa Francesco – è rivolta una parola specifica, che riguarda la situazione reale della sua vita”. E questo “ci offre un insegnamento prezioso: la fede si incarna nella vita concreta. Non è una teoria astratta e generalizzata, tocca la carne e trasforma la vita di ciascuno”.

Il Papa invita alla fine a prendere “un impegno concreto, anche piccolo, che si adatti alla nostra situazione di vita, e portiamolo avanti per prepararci a questo Natale”. Ad esempio, “posso telefonare a quella persona sola, visitare quell’anziano o quel malato, fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso”, o “ho un perdono da chiedere, una situazione da chiarire, un debito da saldare” o anche “ho trascurato la preghiera e dopo tanto tempo è ora di accostarmi al perdono del Signore”.

Da notare anche gli auguri del Papa a Caritas Internationalis, descritta come “la mano amorevole della Chiesa per i poveri e i più vulnerabili nei quali è presente Cristo. Vi invito a portare avanti il vostro servizio con umiltà e creatività”. Papa Francesco incoraggi anche la campagna globale “Insieme noi”, fondata sulla forza della comunità, e invita infine Caritas Internationalis a “continuate il vostro lavoro di snellire la vostra organizzazione perché i soldi non vadano all’organizzazione ma ai poveri. Snellite bene questa organizzazione”.

Nei saluti finali, anche la preghiera per i morti del tornado che ha colpito il Kentucky e altre zone negli Stati Uniti.

(ACI Stampa)